E’ TEMPO DI PRENDERSI CURA
La regione scelta quest’anno per le giornate di spiritualità è stata la Calabria. Dal 21 al 25 luglio, arrivati da varie parti d’Italia e accompagnati dalle nostre care suore, ci siamo ritrovati sulle montagne
catanzaresi, a Villaggio Mancuso. Un piccolo centro turistico nel Parco Nazionale della Sila.
La vacanza è il tempo d’interruzione necessario che ci apre verso un altrove che ci aspetta.
Abbiamo lasciato a casa le nostre giornate attraversate sempre più in fretta, in una corsa continua, con ansia e stress fortissimi e, scelto di adottare un passo più lento e corto, un cuore più leggero.
Tra di noi, come sempre, si è creato un clima sereno e familiare dove poter tessere nuove amicizie e rinsaldare quelle preesistenti. Abbiamo condiviso con semplicità e autenticità, ma soprattutto con la gioia di stare insieme, ogni momento.
Il tema scelto” E’ tempo di prendersi cura” è stato sviluppato in tre particolari aspetti e cioè quello della relazione con Dio, con gli altri e con il creato. (La bellezza del luogo ha facilitato di molto il nostro compito.)
Don Luca Gigliotti ha permesso con la sua attività esperienziale prima, di prendere contatto con la nostra parte più intima e profonda e poi di fare memoria, nella nostra storia, della relazione che viviamo col Signore; utilizzando delle immagini ci siamo presentati all’ assemblea con una caratteristica del nostro essere” cristiano”. Provando a dire dove siamo, rispetto alla chiamata di Gesù e, quale sentimento prevale in noi. La sua consegna finale, per un lavoro personale, è stato il salmo 136: pregarlo, meditarlo, riscriverlo come se fossimo noi gli autori del testo per ringraziare e lodare Dio, per quelle che erano le nostre intenzioni.
Il filo conduttore dell’ incontro con don Mario Spinocchio, sulle relazioni con gli altri, è stata la musica. Prove d’orchestra e di canto dove l’alternanza dei diversi strumenti e voci, alla fine, darà vita ad un’armonia meravigliosa. Per fare ciò, abbiamo bisogno di abbandonare la “dittatura del nostro io”. E’ facendo questo passaggio, per quanto faticoso, che scopriremo la ricchezza dell’altro , che ci completerà. La domanda provocatoria è stata: “Quanta disponibilità abbiamo per ascoltare un’altra voce, un’altra visione, un’altra prospettiva?” Per il lavoro di gruppo ci ha invitato a sostare e in compagnia di questo verbo provare ad andare all’essenziale, dando spazio alle voci alterne che incontriamo nel nostro quotidiano.
Il terzo incontro, dedicato alla relazione col creato, condotto dal dottore Rosario Amelio, è iniziato nel luogo in cui la mistica Natuzza Evolo aveva una piccola casa e trascorreva ogni estate. Amava vivere a contatto con la natura, tra preghiera e accoglienza a quanti le chiedevano conforto.
Poi ci siamo addentrati nel bosco. Immersione forestale: un’attività multisensoriale davvero coinvolgente. Una vera e propria terapia per il corpo e lo spirito. Tutta l’esperienza è stata un susseguirsi di soste e di passeggiate, abbandonandosi al silenzio e alla respirazione consapevole, usando tutti i sensi. Guardare, sentire, toccare, odorare tutto ciò che ci circondava e, alla fine, anche gustare un ottimo pane fragrante con l’olio.
Per le uscite sul territorio, la prima meta è stata Taverna, città natale di Mattia Preti, il più famoso pittore calabrese. Ad attenderci per una passeggiata culturale-letteraria tre giovani donne che si spendono molto per la loro terra. L’itinerario tracciato per noi: visita al museo e nelle chiese dove sono esposte numerose opere del Preti. Le varie tappe sono state cadenzate da letture d’autori soprattutto tavernesi. La serata si è conclusa in oratorio con una cena offerta dai Cooperatori calabresi e la degustazione di piatti tipici.
Nella seconda uscita siamo stati ospiti del Centro Visita Monaco, oasi di biodiversità, gestito dal reparto Carabinieri Forestali, specializzato nell’educazione ambientale. All’interno della riserva, con l’aiuto di personale qualificato abbiamo potuto conoscere la storia della Sila e del suo patrimonio naturale. Un senso di pace pervadeva l’aria e anche noi, come se fossimo tutt’uno con il creato e con Dio. In uno spazio idoneo, c’è stata anche la celebrazione della messa.
Nella verifica finale la parola che più è risuonata è stata: gratitudine.
E allora grazie, grazie per questi giorni preziosi vissuti pienamente, con l’entusiasmo e la curiosità di bambini, aperti ad ogni novità!
Angela Leo
le foto
le risonanze
– Anche quest’anno abbiamo archiviato a malincuore le giornate estive di spiritualità che si sono tenute al Villaggio Mancuso in Sila. La bellezza e la singolarità della natura calabrese hanno fatto da cornice al bisogno di riflessione di un folto gruppo, e aggiungerei di irriducibili, che ogni anno si ritrova in spirito di fraternità a cercare un ristoro della mente e del corpo, oltre che dell’anima.
Il tema degli incontri “è tempo di prendersi cura” è stato coniugato sotto tre aspetti, nella relazione con Dio, nella relazione con gli altri e nella relazione con il creato. Le riflessioni di chi ci ha accompagnato e le verifiche comunitarie sono state profonde e soprattutto hanno messo in evidenza le nostre debolezze e le nostre carenze nell’instaurare corrette relazioni. Nella prima relazione si è messo in evidenza l’importanza della Parola e della preghiera come due cardini della relazione con Dio.
Particolarmente intensa ho trovato la seconda giornata con Mario Spinocchio la cui riflessione ci ha condotti nel mondo della musica che con le sue sfaccettature può essere presa come paradigma della relazione con gli altri. Con lo sguardo all’orchestra ogni strumento non è mai un solista ma accompagna o si fa accompagnare in una relazione che non è mai prevaricazione. Persino la dissonanza che sembrerebbe un conflitto si risolve in una ricerca di consonanza da parte di tutti gli orchestrali. Da qui l’insegnamento a vedere le situazioni di conflitto nella nostra vita, ma anche nei gruppi, come una opportunità di crescita. Ed ancora, finanche il silenzio, le pause della musica ci invitano al nostro silenzio interiore e all’ascolto del silenzio dell’altro che potrebbe significare una richiesta di aiuto. Riflessione molto personale: tanto era coinvolgente don Mario nell’esporre che ad un certo punto nel fare il verso del muto inascoltato, mi ha rimandato con la mente alla commedia di Eduardo De Filippo “Le voci di dentro” in cui lo zio Nicola ha smesso di parlare poiché il mondo non lo ascolta più.
Nella verifica finale personalmente ho segnalato che il clima montanaro ha suscitato in me un desiderio di riprendere quella modalità di preghiera che è ascolto di Dio. Le montagne, infatti, mi hanno rimandato indietro ai tempi dei campi scuola estivi, quasi sempre in montagna, quando, soprattutto la sera, lo svettare delle cime dei monti verso l’alto erano il paradigma della nostra ricerca di Dio ed il silenzio della natura invitava a tacitare nella preghiera qualunque personale balbettio per mettersi in ascolto del Signore. Il beato Pier Giorgio Frassati, amante della montagna, ci insegna che seppure ci riconosciamo scalatori affannati è sempre l’Altezza che in ogni vissuto personale ci affascina e ci chiama.
Altra nota positiva è stata la massiccia presenza di cooperatori di Taverna con la loro fattiva partecipazione e soprattutto con la loro calorosa ed impagabile accoglienza che ha avuto il culmine nella serata di fraternità da loro organizzata. Un ringraziamento particolare a suor Carla e suor Silvia sempre comunicative e al tempo stesso discrete che hanno saputo coordinare le verifiche giornaliere.
Le giornate di quest’anno hanno avuto il pregio dell’andamento lento in armonia con la natura e con la circostanza che le vacanze sono un momento di pausa anche del corpo che nella frenesia dell’ordinarietà dell’anno si dimena di qua e di là in mille faccende affaccendate. Mi auguro che nel futuro si prosegua su questa linea privilegiando luoghi freschi e ventilati…così lo Spirito soffia meglio…
Mi resta l’obbligo di ringraziare gli organizzatori, ma in special modo Angela e Giancarlo che con la loro profonda conoscenza del posto hanno trovato una location ideale e che da quando frequento queste giornate balza al primo posto nei miei gusti davanti ad Arliano in Garfagnana. Nel proporre per il futuro sempre scelte di questo tipo, mi auguro di ritornare quanto prima nuovamente in Calabria per la bellezza dei suoi paesaggi e per la proverbiale accoglienza delle sue genti storicamente testimoniata dalla presenza degli Arbëreshë, delle comunità valdesi in fuga dalle persecuzioni (vedi Guardia Piemontese) e oggi dai tanti esempi di apertura e integrazione con quanti arrivano sulle nostre coste affrontando per disperazione viaggi rischiosissimi che a volte hanno, ahinoi, l’epilogo di Cutro. Come si nota anche il luogo era in sintonia con il tema delle giornate.
Ultimissima riflessione: la bellezza di questi incontri sta anche nel ritrovare gli amici, che prima ho definito irriducibili, perché negli anni si è consolidato un affetto ed una comunione di intenti tale che all’assenza di qualcuno sentiamo una mancanza non solo fisica ma anche del cuore.
– Il sentimento che voglio condividere con i cooperatori è lo stupore. Durante queste giornate di spiritualità sono stata pervasa da un profondo stupore. I motivi sono molteplici, la bellezza del luogo piena di spiritualità, la cordialità e disponibilità delle persone ospiti, la passione dei sacerdoti, come pure del medico e dell’agente della forestale. Per me è stata una esperienza entusiasmante.
– Voglio ringraziare tutto il gruppo per la bellissima esperienza. Sono stata felice di condividere queste giornate con tante persone Belle e nella natura. Sono stata orgogliosa delle generosità e dell’accoglienza delle mie sorelle di Taverna. Orgogliosa delle guide che avete trovato, competenti e coinvolgenti, li avremmo ascoltati per ore. Sono felice per le bellissime persone che ho conosciuto.
– È stata un’esperienza straordinaria che ho vissuto con tanta emozione; mi ha fatto veramente “sostare”, entrare in relazione, riflettere su quanto sia essenziale essere riconciliati con sé stessi per poter entrare in relazione con il Signore e prendersi cura degli altri e della natura. Grazie a te Angela perché è merito tuo se queste giornate di spiritualità le abbiamo trascorse sul nostro territorio. È certo che abbiamo lasciato il segno per tutto quanto abbiamo elargito: accoglienza, disponibilità, entusiasmo, consapevoli di quanto sia bello appartenere alla famiglia Dorotea😘
– In Sila abbiamo sperimentato ancora una volta lo spirito che caratterizza la famiglia Dorotea grazie a tutti 🙋♀️
– Alcune emozioni difficilmente si possono spiegare perderebbero il loro valore. Sicuramente per usare le parole di Don Mario è stata una bellissima melodia. Infinitamente Grazie. 🔥
– Non ci sono parole per spiegare le emozioni e la forte commozione provata. Eleviamo la lode a Dio per quello che ci ha fatto vivere e ringraziamo tutti quelli che hanno profuso impegno per rendere possibile tutto ciò. Grazie ancora. ❤️❤️
– E’ stato tutto bellissimo, dolcissimo, ricco di emozioni straordinarie. Io che mi trovo in Sila sento ancora il profumo di quelle giornate spandersi nell’aria e pensando e ripensando a tutto quello che abbiamo vissuto auguro gioia e felicità a tutti. Avendo vissuto questa indimenticabile esperienza sono sicura che il nostro io sta venendo fuori in maniera diversa, più ricco, più gioioso più volenteroso ad arricchire la nostra anima sensiente. Con tutto il cuore abbraccio forte forte tutti e nel nome del SIGNORE vi auguro ogni bene 🙏🏻🙏🏻🙏🏻😘😘😘
– L’obiettivo di queste giornate è stato pienamente raggiunto: ogniuno di noi è tornato alla sua quotidianità molto più “ricco” sia dal punto di vista spirituale che umano-relazionale. Grazie di ❤️
– Grazie, a voi che vi siete impegnate per la riuscita di queste giornate di spiritualità. Non potevate scegliere una location migliore, la nostra bella Sila. È stato bello rispondere a questa chiamata, per meditare e gustare insieme la bellezza dello stare insieme, riflettendo sull’importanza di una sana relazione, basata sull’ascolto, sul rispetto degli altri, della natura nonché di nostro Signore. 🤗😘
– Infinitamente grazie al Signore e a tutti voi per questi giorni di spiritualità di amicizia e di ogni momento vissuto intensamente insieme. GRAZIE! ❤️❤️
– È stata un’esperienza bellissima vissuta con grande intensità! Davvero Grazie! 🙏🏻❤️❤️
– Ciò che mi porterò sempre nel cuore è stato il sentirmi in famiglia. Ho vissuto momenti particolari negli incontri con i sacerdoti, mi ha emozionato tanto l’esperienza con il dott. Rosario Amelio, in particolare quando ci ha parlato di “mamma Natuzza”, del bene fatto durante la sua vita. L’abbraccio con gli alberi mi ha fatto sentire in profonda sintonia con il creato. Al ritorno mi sono sentita rafforzata e piena di energie per affrontare la quotidianità.
– Sintetizzando tutto in una frase abbiamo pensato questo: “E’ stato bello prendersi cura di noi: sostare per riflettere sulla nostra relazione con Dio, con il prossimo e con la natura non è cosa da tutti i giorni. Farlo da soli è difficile, stando insieme è stato un percorso straordinario.”
– Volevo soltanto condividere il mio “cosa porto a casa?” sono stati giorni piacevolmente pieni di riflessioni e riposi (con i ritmi e tempi giusti). Mi ha particolarmente colpito il tempo trascorso nella foresta dei pini e la passeggiata nel bosco. Quel pomeriggio ho avuto una sensazione di “pace dei sensi” sentendomi bene spiritualmente, fisicamente e moralmente (non avvertivo questa sensazione da anni) ringrazio tutti i Cooperatori e soprattutto lo Spirito Santo per averci donato questi giorni di Bellezza nel Creato del nostro Creatore. PS ovviamente le “tisane” del nostro Ferruccio sono state di grande apprezzamento!
– Mi preme dire che avrei voluto stare insieme un po’ di più con i diversi cooperatori che sono venuti dalle diverse regioni. Che bella famiglia che siamo, ognuno con il suo carisma. Sono stati momenti formativi che lasciano in noi alcuni interrogativi. Personalmente ripenso all’invito di don Mario, di parlare a voce alterna, in una relazione sana e rispettosa. Bisogna saper ascoltare, metterci nella prospettiva dell’altro, per capire il dolore muto che vive l’altro. Ascoltare il silenzio della natura ma anche il suo grido quando viene depredata. Ascoltare la chiamata di Dio, mettendoci all’ascolto della sua Parola. Tutto ciò si può realizzare solo quando siamo abitati dalla vita di Dio.
La Calabria e i Calabresi sono stati per molti (ma non per me) una sorpresa: per la natura, la cultura, l’accoglienza. Il filo conduttore è stato “È tempo di prendersi cura …” Il I giorno: prendersi cura della relazione con Dio. Di tutta la riflessione proposta da don Luca, mi ha colpito il compito che ci ha dato: riscrivere il salmo 136 (Rendo grazie al Signore perché è buono, il suo amore e per sempre), inserendo in ogni versetto i motivi per cui posso ringraziare il Signore nella mia vita e ho scoperto che ne ho davvero tanti! II giorno: “prendersi cura della relazione con l’altro”: don Mario Spinocchio ci ha fatto riflettere sul “sostare” che non è solo fermarsi, ma andare alla sostanza. Quanto siamo in grado di dare spazio alle “voci” escluse, ferite, estranee, lontane, vicine, amiche, per entrare in relazione con loro? Quanto siamo in grado di spegnere i rumori di fondo che ci distraggono dall’ essenziale? III giorno: prendersi cura della relazione con il creato. L’esperienza di immersione nei boschi del Parco della Sila ci ha fatto scoprire quale potenziale e quale energia possono trasmetterci gli alberi, tanto che l’immagine che mi porto nel cuore è quella di questi abeti uno di fianco all’altro, tutti dritti, protesi verso l’alto in cerca della luce. In realtà le giornate di spiritualità dovrebbero servirci proprio a questo: andare diritti verso la meta per cercare la “Luce”. Poi però ho pensato che forse noi assomigliamo più agli ulivi della mia terra, la Puglia. Gli ulivi non vanno dritti in alto, sono contorti, pieni di nodi e di fratture e rispecchiano meglio tutte le nostre difficoltà. Anche se poi sono resistenti quasi a tutto … risorgono anche dal fuoco!
La Calabria e i Calabresi sono stati per molti (ma non per me) una sorpresa: per la natura, la cultura, l’accoglienza. Il filo conduttore è stato “È tempo di prendersi cura…” Il I giorno: prendersi cura della relazione con Dio. Di tutta la riflessione proposta da don Luca, mi ha colpito il compito che ci ha dato: riscrivere il salmo 136 (Rendo grazie al Signore perché è buono, il suo amore e per sempre), inserendo in ogni versetto i motivi per cui posso ringraziare il Signore nella mia vita e ho scoperto che ne ho davvero tanti! II giorno: “prendersi cura della relazione con l’altro”: don Mario Spinocchio ci ha fatto riflettere sul “sostare” che non è solo fermarsi, ma andare alla sostanza. Quanto siamo in grado di dare spazio alle “voci” escluse, ferite, estranee, lontane, vicine, amiche, per entrare in relazione con loro? Quanto siamo in grado di spegnere i rumori di fondo che ci distraggono dall’ essenziale? III giorno: prendersi cura della relazione con il creato. L’esperienza di immersione nei boschi del Parco della Sila ci ha fatto scoprire quale potenziale e quale energia possono trasmetterci gli alberi, tanto che l’immagine che mi porto nel cuore è quella di questi abeti uno di fianco all’altro, tutti dritti, protesi verso l’alto in cerca della luce. In realtà le giornate di spiritualità dovrebbero servirci proprio a questo: andare diritti verso la meta per cercare la “Luce”. Poi però ho pensato che forse noi assomigliamo più agli ulivi della mia terra, la Puglia. Gli ulivi non vanno dritti in alto, sono contorti, pieni di nodi e di fratture e rispecchiano meglio tutte le nostre difficoltà. Anche se poi sono resistenti quasi a tutto… risorgono anche dal fuoco!