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Incontro conclusivo anno 2024-2025 in Calabria

UN ANNO DI CAMMINO ALLA LUCE DEL FUOCO DI CRISTO

Anche quest’anno siamo giunti al capolinea di un cammino intenso e ricco di grazia. un percorso che ci ha visti impegnati come cooperatori, ad essere nel mondo e nella chiesa, una presenza luminosa, appassionata, che testimoniano con gioia la bellezza dell’essere figli e fratelli in Cristo. Il simbolo che ci ha accompagnati lungo tutto il percorso è stato il fuoco, immagine tanto cara al nostro don Luca. Un fuoco che scalda, purifica e illumina., Il fuoco dello spirito Santo che ci spinge ad uscire da noi stessi, per incontrare gli altri, soprattutto i giovani. Nell’ultimo incontro le suore ci hanno esortato con coraggio e con fiducia a portare agli altri il fuoco che abbiamo ricevuto, a continuare a prenderci cura di chi è più in difficoltà, mantenendo vivo il dono che ci è stato affidato da ” don Luca”. Alcune di noi durante la celebrazione eucaristica hanno rinnovato la promessa assumendosi con responsabilità l’impegno ricevuto. Abbiamo risposto con cuore aperto e disponibile, portando “sulla terra” il fuoco dell’amore e della misericordia di Dio. Come ci ricorda il profeta Isaia, ” non troveremo pace finché la città non sarà più abbandonata “. Una giornata di spiritualità, svoltasi nella sala del Santuario della Madonna di Termine (Pentone) e che ha visto la partecipazione delle 3 comunità parrocchiali in cui sono presenti i cooperatori e cioè di Taverna, di Catanzaro Lido e di Pentone. Si è creato un clima di comunione e fraternità. L’incontro è stato guidato da Suor Carla Micheletti e Suor Silvia Maghetti che attaverso le sollecitazioni della Parola di Dio, ci hanno condotto a guardarci negli occhi e raccontarci “la vita”, l’inquietudine che abbiamo vissuto e come questa è stata affrontata. Bello questo raccontarsi e confermarsi a vicenda nella fede e ricordarci che ancora il Vangelo può e deve parlare al mondo attraverso questa nostra umanità fragile, carente ma preziosa agli occhi di Dio. Solo con la nostra testimonianza il Vangelo può farsi strada annunciando la gioia di aver incontrato Gesù, il Risorto. Solo Lui è capace di darci la Pace che viene dal suo Amore, e placare le nostre ansie, le nostre paure ed essere donne e uomini portatori di speranza nel mondo.

 Il nostro percorso si è concluso a Taverna, con una solenne celebrazione animata da cooperatori, ragazzi e catechisti. Insieme ai ragazzi abbiamo costruito una simbolica “strada “, segno del cammino vissuto durante l’anno pastorale: una strada fatta di debolezze ma anche di speranze, di cadute e di risalite, sempre illuminata dalla luce di Cristo e guidata dalla forza della sua parola. Un sentito grazie va alle nostre suore Suor Carla e Suor Silvia, che con dedizione e sacrificio hanno camminato accanto a noi. Anche se non presenti stabilmente nella nostra parrocchia, hanno trovato il modo, una volta ogni due mesi, di condividere con noi il dono dell’amicizia e la forza della relazione che si costruisce nei piccoli spazi della quotidianità. Un ringraziamento speciale va infine ai nostri parroci: don Antonio, don Vitaliano e don Simone, che con presenza costante, guida sapiente e cuore aperto hanno condiviso con noi questo cammino. La loro testimonianza di fede e il loro accompagnamento discreto ma profondo, sono stati per tutti noi un faro, lungo questo anno di grazia.

Concludiamo quest’anno con gratitudine e con il cuore acceso dal fuoco di Dio, pronti a ripartire, sempre sotto lo sguardo amorevole del Signore.

(Rosamaria e Aurelio)

Omelia di don Vitaliano per la celebrazione conclusiva ai cooperatori di Taverna, Pentone e Catanzaro Lido

Care cooperatrici, oggi è un giorno special-e, non solo perché si conclude un anno di cammino – con sorrisi, incontri, sfide e tanto altro – ma perché ci ritroviamo attorno a un fuoco. No, non preoccupatevi, non c’è pericolo di incendio! Parlo di quel fuoco che arde dentro, che non brucia, ma illumina, che non consuma ma riscalda: è il fuoco dello Spirito, il dono di Dio, quella fiammo viva che ci è stata consegnata e che dobbiamo custodire e trasmettere!

Il vangelo di oggi, tratto da Giovanni, non ci fa sconti. Gesù non ci addolcisce la pillola: ci dice chiaramente che il mondo non sempre applaudirà chi cerca di vivere il Vangelo. Ma – e qui viene il bello – non siamo soli. Anzi, proprio quando ci sentiamo fuori posto, controcorrente, magari perfino “strane” perché ci ostiniamo a parlare di amore, di servizio, di Cristo… è lì che siamo sulla strada giusta.

Essere cooperatrici, in fondo, è proprio questo: collaborare con Cristo. Un mestiere da pazzi, direbbe qualcuno, ma pazzi d’amore! Del resto, lo sappiamo: l’amore viero è sempre un po’   folle. Ecco perché quel fuoco va tenuto acceso. Non è una candela da mettere in vetrina, ma una scintilla che diventa fuoco vivo solo se incontra altra legna: le vite degli altri, i giovani in ricerca, le famiglie in difficoltà, i cuori stanchi…

Ora concedetemi un momento di amarcord. Per noi della Presila tutto è cominciato l’8 febbraio del 1998. Era una domenica quando circa 41 cuori coraggiosi hanno detto il loro sì a questa avventura. Non erano perfetti, ma erano appassionati. Ricordate cosa si diceva? Che il cooperatore è un cristiano che, inserito nella comunità, ama il Vangelo, si prende cura di chi cerca salvezza e non si dà pace finché c’è un giovane in cerca di amore, guida e sostegno.

… e se dopo 27 anni siamo ancora qui a parlare di questo fuoco, significa che non si è mai spento.

E sapere qual è uno dei segreti perché quest’opera continui a bruciare nel tempo senza consumarsi? L’amicizia. Sì, proprio così: l’opera di Santa Dorotea, come ci ha insegnato don Luca Passi, poggia tutta la sua forza sulla relazione di amicizia, quella che lui chiamava “santa amicizia”. Non un sentimento sdolcinato, ma una scelta profonda: quella di volersi bene sul serio, accompagnandosi nel cammino della fede, guardandosi con gli occhi di Dio. E’ da qui che parte tutto: dalla relazione, dall’ascolto, dal camminare insieme senza giudicare, ma incoraggiando.

Perché, diciamocelo se il Vangelo lo annunci con il dito puntato, ti scappano tutti. Ma se lo vive con il cuore aperto, allora sì che diventa contagioso.

La domanda allora è: come si fa a custodire una fiamma? Con il vento dello Spirito, con l’ossigeno della Parola, con la legna dell’amicizia e della fraternità. E, sì, anche con qualche risata – perché il Regno di Dio non è una sala d’attesa in silenzio, ma una festa in costruzione.

E non basta tenerlo per noi. Questo fuoco è contagioso, molto più del raffreddore. Va donato, condiviso, portato dove c’è freddo, dove c’è buio. Ecco il nostro compito: portare calore e luce.

E ricordate, il fuoco che arde in voi non è roba vostra, è dono ricevuto, m a non si tiene in tasca, va passato come la torcia della Olimpiadi… solo che questa non si spegne mai.

Allora avanti! Che il Signore vi incendi… di gioia!

Pentone, 24 maggio 2025

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